Quantcast
Channel: Il cantiere della Domus Aurea » Diario
Viewing all articles
Browse latest Browse all 17

Rilievi nella Domus Aurea: l’importanza di una documentazione a colori

$
0
0
Senza titolo-1

La Domus Aurea si è arricchita dal 2008 ad oggi di una importante attività di documentazione grafica promossa dalla Soprintendenza Speciale e dall’Istituto Archeologico Germanico, tesa a rappresentare lo stato di fatto dell’edificio prima degli interventi di consolidamento e restauro e finalizzata alla comprensione delle peculiarità costruttive del complesso monumentale nella sua interezza.

A partire dalla rete topografica già strutturata, l’esecuzione dei rilievi è stata dettata dall’organizzazione delle attività di cantiere e pianificata per ambienti attraverso la realizzazione di elaborati singoli che, in aggiunta a quelli dei vani contigui, potessero costituire, con il procedere dei lavori, piante e sezioni generali del monumento.

Negli ultimi quattro anni, i rilievi nella Domus Aurea si sono avvalsi del notevole contributo che le nuove tecnologie stanno apportando a questo settore: lo sviluppo della fotomodellazione, che permette di creare modelli tridimensionali da sequenze di fotografie a carattere stereoscopico, ha rivoluzionato le modalità di intervento, il flusso di lavoro, semplificando la possibilità di rappresentare e documentare il monumento in tre dimensioni.

Il rilievo costituisce così l’occasione per installare un set di illuminazione all’interno di un vano e far tornare la luce che dominava in origine questi spazi, garantendo agli archeologi le condizioni ottimali per fare considerazioni di carattere costruttivo; ai restauratori scelte di natura conservativa.

Acquisizione di scatti fotografici della volta della Sala di Achille e Sciro - Archivio PA-Colosseo

Acquisizione di scatti fotografici della volta della Sala di Achille e Sciro – Archivio PA-Colosseo

L’uniformità dell’acquisizione fotografica, con scatti sempre frontali ed equidistanti dalla parete da documentare, è ottenuta posizionando le fotocamere e gli illuminatori su aste telescopiche che arrivano oltre i dieci metri di altezza. La luce svela così i particolari più minuti delle pitture, lasciando intravedere, al di sotto delle incrostazioni e della patina del tempo, figure e scorci architettonici fino ad allora celati dal buio degli ambienti.

Le pitture riaffiorano oggi nella loro vividezza originaria, protette per secoli dal poderoso interro voluto da Traiano: le operazioni di scavo degli ultimi due secoli, che permettono oggi a studiosi e visitatori di ammirarle nel loro splendore, hanno però esposto i labili pigmenti di colore alle variazioni ambientali, aumentando il fattore di rischio per la loro conservazione.

La necessità di documentare “a colori” diviene così ancora più stringente, dal momento che la quasi totalità delle superfici murarie della Domus Aurea è rivestita di affreschi: le nuove tecnologie offrono dunque un’importantissima possibilità, quella di fornire al rilievo tridimensionale il dato colore acquisito mediante gli scatti fotografici e di generare piante e sezioni che assumono l’aspetto di vere e proprie fotografie in scala. Il valore documentario di questi elaborati diviene così notevolissimo, fondendo la correttezza metrica del rilievo all’oggettività della fotografia.

Sezione longitudinale ortofotografica dell’ambiente 42 - Archivio PA-Colosseo

Sezione longitudinale ortofotografica dell’ambiente 42 – Archivio PA-Colosseo

E’ singolare come lo svilupparsi delle moderne tecniche di fotogrammetria tridimensionale permetta di realizzare elaborati sempre più vicini alle opere pittoriche compiute già molti secoli fa dagli artisti che penetravano nella Domus Aurea, che per primi hanno immortalato le antiche pitture in tutta la loro ricchezza cromatica lasciando testimonianze dall’eccezionale valore storico-documentario .

Svolgimento piano della volta della Sala di Achille e Sciro - Archivio PA-Colosseo

Svolgimento piano della volta della Sala di Achille e Sciro – Archivio PA-Colosseo

La successiva lucidatura digitale degli elaborati ortofotografici consente di ottenere dei disegni tecnici di tipo più tradizionale. Questa fase di lavoro, solo apparentemente meccanica graficizzazione, unitamente all’imprescindibile esame autoptico delle murature è in realtà fortemente conoscitiva, in particolar modo per quelle superfici murarie che, poste ad una rilevante altezza da terra, non sono di facile lettura in assenza di ponteggi. Negli elaborati grafici finali, tutte le osservazioni provenienti dalla lettura e dall’interpretazione del monumento (fasi costruttive, peculiarità tecniche, quadro fessurativo, criticità conservative, interpretazioni) vengono sintetizzate in notazioni esplicative.

Sezione trasversale della Sala Ottagonale e dei vani contigui - Archivio PA-Colosseo

Sezione trasversale della Sala Ottagonale e dei vani contigui – Archivio PA-Colosseo

I modelli 3d derivati dal rilievo fotogrammetrico tridimensionale divengono dunque mezzo conoscitivo e offrono la suggestiva possibilità di rappresentare virtualmente gli ambienti nella loro complessità volumetrica da punti di vista preferenziali, spesso impossibili da ottenere con i soli scatti fotografici; è questo il caso di spazi angusti o articolati in modo particolarmente complesso. L’aggiunta di notazioni a corredo degli spaccati assonometrici tridimensionali, come nel caso dell’ambiente 43, diviene poi il modo più intuitivo per illustrare il succedersi delle diverse fasi edilizie .

Spaccato assonometrico del modello tridimensionale dell’ambiente 43 - Archivio PA-Colosseo

Spaccato assonometrico del modello tridimensionale dell’ambiente 43 – Archivio PA-Colosseo


Viewing all articles
Browse latest Browse all 17

Latest Images

Trending Articles